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Vacche romagnole, caratteristiche ed allevamento

Le teorie che spiegano le origini delle vacche romagnole e della razza Romagnola in generale sono numerose. Ad oggi è la cosiddetta teoria barbarica ad essere la più attendibile rispetto alle altre che si sono susseguite nel corso degli anni. Questo tipo di vacca deriva dal “bos Taurus macroceros” (uro dalle grandi corna), un bovino che è stato a lungo allevato nelle steppe dell’Europa centro-orientale. La razza Romagnola ad oggi conta “solo” 15mila capi, tutti iscritti al libro genealogico/registro anagrafico. Dal 1950 ad oggi, si è assistito a un drastico calo dei numeri. Basti pensare che nei primi anni Cinquanta la razza bovina Romagnola era molto più diffusa con circa mezzo milione di capi. Questi venivano allevati in un areale molto vasta che andava dal Veneto fino alle Marche, “attraversando” tutta l’Emilia Romagna.

Ma come sono arrivate a noi le vacche romagnole? Scopriamo le caratteristiche di questi esemplari approfondendo il capitolo dedicato alle loro origini e all’allevamento. 

Le teorie sulle origini delle vacche romagnole

Come anticipato, non esiste un’unica teoria che spieghi le origini di questa razza. A oggi sono essenzialmente 3 le correnti di pensiero sulla nascita e l’importazione in Italia delle vacche romagnole. La prima teoria è quella cosiddetta autoctona. Si riterrebbero cioè le vacche romagnole e l’intera razza originaria dell’Italia peninsulare. Ad avvalorare questa teoria la presenza di bovini a corna lunghe (simili alle attuali Romagnole, appunto) che compaiono nelle pitture e nelle sculture etrusche. Secondo i fautori di questa teoria, allora, la razza sarebbe stata esportata dai Romani nel resto della penisola italiana e anche in tutte quelle zone da loro conquistate.

Esiste poi una seconda teoria che prova a spiegare le origini delle vacche romagnole ed è quella mediterranea. In questo caso le origini sarebbero da ricercare nei bovini podolici già presenti nel bacino mediterraneo a partire dal Neolitico che sarebbero poi stati introdotti nella penisola italica da Fenici o Cartaginesi.

Arriviamo poi alla terza e ultima teoria che è attualmente quella condivisa dall’A.N.A.B.I.C. (Associazione Nazionale Allevatori Bovini Italiani da Carne) che ne detiene il Libro Genealogico. Stando a quanto affermato da questa teoria, definita barbarica, tutto risale al IV sec. d.C. quando le orde barbariche dei Goti guidate da Aginulfo giunsero in Italia con tutti i loro beni, compresi i bovini considerati ai tempi una vera e propria ricchezza.

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Una parte delle popolazioni arrivate nel nostro paese si stabilizzò nelle terre della Romagna, considerate fertili, e dai loro bovini ebbe origine la razza Romagnola che con il passare del tempo si diffuse in tutta la zona circostante tra le attuali province di Forlì, Ravenna, Bologna, Ferrara e Pesaro dove tutt’oggi è ancora molto diffusa. Secondo coloro che portano avanti questa teoria, la razza Romagnola ha trovato in questa zona un ambiente favorevole, caratterizzato da un buon clima e dalla presenza costante di foraggi che nei secoli ha garantito che questa razza crescesse bene e in salute. 

Vacche romagnole: scopriamone le caratteristiche

Esteticamente le vacche romagnole si presentano con il mantello color bianco con sfumature grigie soprattutto alle occhiaie, al collo, alle cosce ed alle orecchie. L’aspetto del mantello cambia a seconda delle stagioni e del clima che l’animale si trova ad affrontare. Durante la stagione invernale il pelo si infoltisce molto e assume un aspetto quasi lanoso, facendosi leggermente più scuro. Quando le temperature si alzano, invece, il pelo diventa più corto e chiaro. Sul colore del manto interviene in modo determinante anche il tipo di allevamento al quale le vacche romagnole vengono sottoposte. Il pelo è più chiaro nelle vacche da stalla mentre in quelle che vivono allo stato brado è leggermente più scuro. 

La testa delle vacche romagnole è espressiva e leggera, con corna altrettanto leggere a forma di lira e a sezione rotonda (gli esemplari possono essere anche privati delle corna). Il collo è muscoloso, le spalle larghe e ben aderenti al tronco. Il dorso nelle vacche romagnole è muscoloso e questo è importante perché è da questa parte del corpo che si ottengono tagli di carne di prima qualità. La mammella è molto ben sviluppata. Proprio per questo motivo le vacche romagnole sono in grado di crescere i loro vitelli senza problemi fino allo svezzamento, anche in presenza di regimi alimentari poco favorevoli di base. 

Curiosità

La razza Romagnola è registrata come “Presidio Slow Food”. All’interno di questo progetto è stato poi fissato un disciplinare di allevamento che ha di fatto riunito tutti quegli allevatori che allevano questa razza praticando il pascolo libero durante l’estate e provvedendo a un’alimentazione a base di prodotti naturali. Il “Presidio Slow Food” è sostenuto dalla Regione Emilia Romagna, dalla Comunità Montana dell’Acquacheta, dal Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, dal Monte Falterona e Campigna.