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Vacche marchigiane, caratteristiche ed allevamento

Le vacche marchigiane derivano dall’incrocio tra il bovino Podolico autoctono ed il “Bovino dalle grandi corna” originario dell’Asia, giunto in Italia nel VI secolo d.C. in seguito alle invasioni barbariche. Considerata solo come razza da lavoro, dopo numerosi tentativi di incroci (anche con con la Chianina e la Romagnola, due razze italiane da carne), la Marchigiana viene ad oggi utilizzata per la sola produzione di carne. Dal 1932, data di nascita ufficiale della Marchigiana, viene vietato qualsiasi tipo di incrocio per iniziare ufficialmente la selezione secondo le direttive previste dalle norme per l’iscrizione al Libro genealogico. Da quel momento la razza Marchigiana ha cominciato quindi ad essere caratterizzata da tratti ben precisi che la rendono ad oggi facilmente riconoscibile, dal punto di vista estetico, rispetto ad altre razze.

I bovini marchigiani sono caratterizzati da un’elevata rusticità ed un’ottima attitudine al pascolo. Sono quindi in grado di adattarsi ad ogni tipo di allevamento, anche quello in ambienti che sulla carta risultano decisamente difficili. In genere i bovini marchigiani vengono lasciati liberamente al pascolo durante il periodo primaverile e estivo.

Diffusione delle vacche marchigiane

Le vacche marchigiane e l’intera razza sono diffuse in tutta Italia ma in alcune regioni la percentuale è più elevata. Marche, Lazio, Abruzzo e Campania, infatti, contano numerosi allevamenti di bovini marchigiani che sono presenti anche all’estero. Dal 1970 infatti è cominciata l’esportazione Stati Uniti, Canada, Brasile, Argentina, Gran Bretagna, Australia. A oggi si possono trovare esemplari di questa razza anche in alcuni paesi del Nord Europa, ad esempio in Olanda. Secondo i dati di Anabic (Associazione Nazionale Allevatori Bovini Italiani da Carne), al 2019 “il totale dei bovini marchigiani allevati in Italia è di 51372 capi. Le regioni in cui sono presenti la maggior parte dei capi allevati sono: Marche: 18773; Campania: 9971; Abruzzo: 9821; Lazio: 6192”.

Caratteristiche morfologiche della razza marchigiana

Come anticipato, dopo numerosi esperimenti che nel secolo scorso hanno portato a incrociare questo tipo di bovino con altre razze, alla ricerca di caratteristiche che potessero garantire carne di migliore qualità, a oggi la razza marchigiana ha caratteristiche ben definite e facilmente riconoscibili anche per chi non è propriamente del settore.

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Le vacche marchigiane si distinguono per un  notevole sviluppo somatico, muscolare e del treno posteriore. Di colore bianco, con possibili ombre di grigio nella porzione frontale del corpo, presentano una pigmentazione della cute e delle mucose. Questo aspetto è importante perché rende i capi molto resistenti ai raggi del sole che possono essere causa di effetti dannosi quando il manto è particolarmente chiaro. La testa è leggera e il profilo è rettilineo. Le corna sono corte ed è peraltro consentita la decornificazione. 

Le vacche marchigiane hanno un tronco lungo e vantano un ottimo sviluppo delle masse muscolari, particolarmente nella natica e nella coscia. Questi bovini hanno delle capacità di accrescimento davvero notevoli. Basti pensare che alcuni esemplari riescono a crescere a una media di 2 chili al giorno. Le vacche marchigiane si caratterizzano anche per un’ottima attitudine alla maternità. Hanno un’elevata percentuale di parti gemellari e sono in grado di dare alla luce vitellini che alla nascita pesano in media 45 chili. Negli ultimi decenni, inoltre, è stata anticipata l’età al primo parto di circa 60 giorni e l’interparto medio è diminuito di oltre 30 giorni. Un esemplare di vacca marchigiana, invece, può pesare dai 700 ai 900 chili.

L’ipertrofia muscolare della razza

Alcuni capi di marchigiana soffrono di ipertrofia muscolare. Si tratta di una patologia che porta ad avere una muscolatura ipersviluppata con una “doppia groppa” che presenta quindi una grande quantità di cellule muscolari. L’ipertrofia muscolare alla nascita può portare a seri problemi a carico dell’apparato cardiovascolare. La “doppia groppa” è causata dalle mutazioni della miostatina o fattore di crescita e differenziazione 8 (GDF8). Non si parla di soggetti geneticamente modificati ma spontaneamente mutati. A tale riguardo è stato avviato un progetto sperimentale da parte degli esperti per poter cominciare a allevare questo nuovo tipo genetico che, proprio in virtù dell’enorme sviluppo a livello muscolare, è in grado di garantire carni povere di grassi e molto tenere.

Le caratteristiche delle carni delle vacche marchigiane

Abbiamo già anticipato che la razza marchigiana viene utilizzata per la produzione di carne di ottima qualità. Questa si presenta di colore roseo, morbida, a grana fine, con un gusto decisamente saporito che la rende una delle carni più apprezzate tra quelle italiane. La carne di razza marchigiana contempla la giusta presenza di grasso e vanta bassi livelli di colesterolo; è dunque un prodotto genuino. La Marchigiana vanta inoltre un prestigioso riconoscimento IGP per la carne bovina in Italia con la denominazione “Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale” e possiede il marchio 5R, a dimostrazione che questa razza è in grado di garantire un prodotto davvero di eccedente qualità, sicuramente uno dei più apprezzati in Italia.