L’erba medica è una delle specie foraggere poliennali più diffuse e conosciute in Italia. È apprezzata per la sua grande versatilità e per la capacità di adattarsi a diverse condizioni pedoclimatiche. In particolare, questa pianta raggiunge la massima produttività su terreni profondi, argillosi o di medio impasto, con una reazione alcalina (pH ottimale tra 6,5 e 8). Tuttavia, è sensibile ai ristagni idrici e a terreni troppo acidi, che ne limitano la crescita e la resa. Inoltre, l’erba medica è meno adatta a terreni troppo sabbiosi o scarsamente fertili, dove potrebbe non esprimere al meglio il suo potenziale produttivo.
Una caratteristica distintiva dell’erba medica è la dormienza, un fenomeno che consiste nell’arresto dell’attività vegetativa durante l’inverno. La durata di questa fase varia in base alla varietà, con alcune che entrano in dormienza prima di altre. La National Alfalfa Alliance (USA) ha sviluppato una scala di dormienza che va dalla classe 1 (molto dormienti) alla classe 11 (non dormienti). In Italia, le varietà più comuni rientrano tra le classi 5 e 9, bilanciando così resistenza al freddo e una buona produttività anche in climi temperati, come quelli delle zone centrali e meridionali del paese.
Utilizzo e vantaggi dell’erba medica come foraggio
L’erba medica è principalmente utilizzata come foraggio per il bestiame, grazie alle sue alte rese e alla qualità nutrizionale. Il momento ideale per il primo sfalcio è all’inizio della fioritura, quando la pianta ha raggiunto un buon equilibrio tra quantità e qualità del foraggio. Tuttavia, per ottenere foraggi di qualità superiore, come quelli destinati alla zootecnia intensiva, si preferisce spesso anticipare il taglio allo stadio di bottone fiorale. In questi casi, è fondamentale scegliere varietà a rapido ricaccio e resistenti ai tagli frequenti. L’obiettivo? Mantenere costante la produttività e la qualità durante l’intero ciclo vegetativo, evitando periodi di stress eccessivo per la pianta.
I principali vantaggi dell’utilizzo dell’erba medica includono:
- elevata produttività e qualità: l’erba medica combina rese elevate e una buona distribuzione della produzione lungo la stagione vegetativa, mantenendo alta la qualità del foraggio. Questo la rende ideale per utilizzi intensivi, dove è richiesta una continua disponibilità di foraggio di alta qualità, specialmente in aziende zootecniche che necessitano di foraggio fresco per lunghi periodi dell’anno.
- resistenza e adattabilità: la pianta è rustica e si adatta a diverse condizioni pedoclimatiche, risultando poco esigente in termini di input agronomici. È ideale per rotazioni agricole lunghe e per chi preferisce una gestione sostenibile, poiché non richiede troppi interventi chimici o fertilizzanti artificiali.
- miglioramento della fertilità del suolo: le radici profondamente sviluppate della medica migliorano la struttura del suolo e fissano l’azoto atmosferico, un nutriente fondamentale per la fertilità. Questo la rende una coltura ideale nelle rotazioni a medio-lungo termine, poiché contribuisce a mantenere il suolo sano e fertile, riducendo la necessità di concimazioni chimiche.
- conformità agli eco-schemi della PAC: essendo una coltura permanente, l’erba medica risponde ai requisiti dell’eco-schema 4 della nuova Politica Agricola Comune (PAC) 2023-2027, incentivando pratiche agricole più sostenibili e rispettose dell’ambiente, come la riduzione dell’impatto ambientale e la promozione della biodiversità nelle aree rurali.
Semina
La semina dell’erba medica può avvenire in due periodi ideali. In primavera, quando le temperature sono miti e le piogge stagionali garantiscono una buona disponibilità di acqua, o all’inizio dell’autunno, quando le temperature calano e il terreno è ancora sufficientemente caldo per favorire una buona germinazione. Entrambi questi periodi consentono alle piante di svilupparsi senza i rischi legati a condizioni climatiche troppo estreme, come il freddo invernale o il caldo estivo eccessivo.
La tecnica di semina più comune è la semina a spaglio, che consente una distribuzione uniforme del seme sulla superficie del terreno. La profondità ideale di semina è di circa 3 cm, per favorire una buona germinazione senza che il seme venga sepolto troppo in profondità, ostacolando così la crescita. Le file di semina dovrebbero essere distanti tra loro circa 15 cm per garantire spazio sufficiente per lo sviluppo delle piante e una buona circolazione dell’aria, riducendo il rischio di malattie fungine e migliorando la gestione dell’umidità.
Indicativamente, la quantità di seme necessaria per coltivare un ettaro di terreno è compresa tra i 15 e i 20 kg. Questo valore può variare a seconda del tipo di seme, delle condizioni del terreno e della tecnica di semina utilizzata. Tuttavia, questa quantità è generalmente sufficiente per garantire una copertura adeguata e una densità ottimale di piante. Le due caratteristiche permetteranno di competere efficacemente con le infestanti senza soffrire per carenza di risorse come acqua, luce e nutrienti.
Prezzo erba medica
Il Comitato Interprofessionale, nell’ambito dell’Accordo Quadro Nazionale per la produzione di sementi di essenze foraggere, ha stabilito il prezzo orientativo per la campagna 2024 del seme certificato di erba medica. Durante la sua ultima riunione, è stato deciso che il prezzo di liquidazione per il seme di erba medica in natura certificata (con un calo di lavorazione pari a 0%) sarà di 2,70 €/kg. Questo importo rappresenta il valore di riferimento per la moltiplicazione del seme di erba medica nella prossima stagione. Potrebbe però subire lievi variazioni in base alle fluttuazioni di mercato e alla qualità del seme.