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Insilato di erba, 5 consigli per la trinciatura e l’insilamento

L’insilato di erba è un alimento che è parte attiva della dieta riservata al bestiame che, oggi più che mai, è al centro dell’attenzione quando si parla di benessere animale. La qualità di vita dei capi di allevamento, infatti, non può prescindere da una sana alimentazione che deve necessariamente essere bilanciata e genuina, questo per garantire la salute degli animali ma anche la qualità dei prodotti alimentari che ne derivano.

L’insilato viene realizzato attraverso una speciale tecnica che conserva l’alimento e che viene appunto chiamata insilamento. Il prodotto che deriva da questo processo, che deve essere portato a termine attraverso una serie di passaggi ben precisi, risulta essere particolarmente appetibile per i capi di allevamento ed è in grado di sostituire l’alimentazione con foraggio o essere integrato all’interno di una dieta bilanciata. Come già sottolineato, la qualità dell’insilato è il risultato di una serie di precisi processi che devono essere portati a termine nel modo giusto se si vogliono ottenere buoni risultati: ecco 5 consigli da seguire per la trinciatura e l’insilamento.

1. Epoca di taglio

Quando tagliare? E’ questo uno degli aspetti più importanti da tenere in considerazione quando si parla di insilato di erba. Il taglio infatti è una delle variabili che influenzano in modo massiccio la qualità del prodotto finale. Il momento ottimale per il taglio è quello che precede la spigatura/formazione dei panicoli delle essenze principali. Se il taglio viene effettuato troppo in ritardo rispetto al momento considerato ideale, infatti, la progressiva deposizione di lignina rende sempre meno agevole l’insilamento, con conseguenze negative anche sulla digeribilità e sull’ingestione del foraggio che si andrà poi a inserire nell’alimentazione del bestiame. C’è poi un altro importante aspetto che vale la pena tenere presente quando si mira alla realizzazione di un buon insilato di erba: e cioè che un taglio anticipato garantisce un’elevata qualità per tutti i tagli successivi.

2. Altezza di taglio

L’altezza del taglio è un’altra delle variabili che può fare la differenza. L’altezza minima del taglio è di circa 8 cm (si tende ad aumentare la lunghezza q 10-12 cm nel caso della sola erba medica). I vantaggi di operare un giusto taglio sono numerosi: si favorisce un rapido ricaccio dell’erba, si riduce la quota di impurità e si migliora il contenuto energetico del prodotto finale. E ancora, si riduce l’ingresso di spore di patogeni indesiderati. Se si taglia troppo, per contro, si blocca la crescita delle erbe con conseguenze comprensibilmente negative. Insomma particolare attenzione va fatta anche rispetto a questo aspetto.

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3. Appassimento

Questo è un altro passaggio da valutare con molta attenzione. Un appassimento il più breve possibile, fino a 28-35 % di SS, consente un insilamento ottimale. Insilati troppo bagnati provocano una fermentazione con formazione di acido butirrico, invece insilati troppo secchi tendono a compattarsi in modo non adeguato e quindi anche a degradarsi in modo facile. In generale possiamo dire che un appassimento non deve andare oltre i 3 giorni perché oltre questo intervallo si perdono nutrienti importanti e si rischia di ottenere un prodotto finale mediocre.

4. Affidarsi a macchine adatte

Per la delicata fase della trinciatura, si può scegliere tra diverse macchine attualmente presenti in commercio. A seconda del sottoprodotto da lavorare la scelta potrà poi ricadere su una soluzione piuttosto che su un’altra. Un’attenta valutazione sarà dunque necessaria per orientarsi sulla quella macchina agricola che sarà in grado di portare a termine la trinciatura garantendo le migliori performance. Va poi tenuto presente che anche la scelta degli accessori di cui dotare le macchine agricole può influire in modo massiccio sulla qualità di questo processo. Affidarsi a dei professionisti per essere consigliati nel modo più corretto è la migliore cosa da fare se si vogliono raggiungere importanti risultati.

5. Conservazione degli insilati

Per mantenere alta la qualità degli insilati è fondamentale una corretta conservazione che sia quindi in grado di preservare tutte le sostanze nutritive dell’alimento per fare sì che possa essere inserito all’interno di una dieta alimentare ben bilanciata. Ci sono diversi modi per conservare in modo adeguato gli insilati, ad esempio con l’utilizzo di rotoballe quadre o rotonde oppure con l’insilamento del foraggio in trincea o fosse.

La prima soluzione necessita di un buon equipaggiamento per la pressatura che sigilla le rotoballe e le rende ermetiche: le caratteristiche dell’insilato rimangono intatte per mesi. Un’altra opzione da valutare è quella di insilare il foraggio in trincea o fosse che di frequente sono realizzate in cemento sia per quanto riguarda le pareti che la pavimentazione. La loro conformazione le rende facilmente pulibili e allo stesso tempo efficaci per creare un insilato solido e compatto. Chi opta per questa seconda opzione dovrà però tenere presenti alcuni importanti aspetti che concorrono a un corretto insilamento e dunque a un buon prodotto finale. Elencandoli brevemente: spessore dello strato, sostanza secca, lunghezza di taglio, miglioratori per l’insilamento, impacchettamento e copertura.