Il fieno fasciato si definisce così quando viene sottoposto al processo di fasciatura che permette di conservarlo in condizioni ottimali e utilizzarlo in un secondo momento, quando lo si ritiene opportuno. La fasciatura del fieno offre molti vantaggi, ma presenta anche delle criticità che vanno comunque tenute in considerazione. Il fieno fasciato è il risultato di un processo che, come quello di insilamento, deve essere condotto con attenzioni specifiche per evitare di incappare in quelli che sono i rischi più comuni, come muffe e simili, che possono condizionare la qualità finale del prodotto.
Processo di fasciatura: cosa sapere
Il processo di fasciatura comincia, come facilmente comprensibile, con il taglio dell’erba. Di solito le piante che vengono utilizzate per la produzione del fieno fasciato sono graminacee o leguminose. Sono quelle che, per caratteristiche, si rivelano più adatte a fornire al bestiame un apporto nutrizionale bilanciato.
Graminacee o leguminose devono essere tagliate al momento più opportuno, ovvero quando il loro contenuto proteico è molto alto. Questo per consentire poi di poter contare su un prodotto di elevata qualità che verrà destinato all’alimentazione del bestiame. Il taglio d’erba deve essere effettuato con specifici macchinari come le falciatrici, in grado di facilitare il lavoro più snello per l’agricoltore/allevatore. Una volta tagliata, l’erba viene lasciata poi nei campi per asciugare per alcune ore o per alcuni giorni, a seconda dei casi. L’obiettivo è quello di conservare l’erba con un’umidità compresa tra il 40 e il 60%. Una percentuale decisamente più alta rispetto al fieno tradizionale che, caratterizzato da un’umidità del 20%.
Una volta fatta quasi asciugare, l’erba viene poi compressa in balle cilindriche o quadrate attraverso l’utilizzo di una pressa. Si tratta di un fondamentale strumento per eliminare l’aria interna e rendere il materiale molto compatto. Dopodiché le balle vengono avvolte con una pellicola di plastica che va a creare un ambiente anaerobico, quindi senza ossigeno, che risulta fondamentale affinché la materia prima possa essere caratterizzata da una buona fermentazione. All’interno delle balle, infatti, i batteri lattici trasformano gli zuccheri in acido lattico abbassando il pH, impedendo lo sviluppo di muffe e batteri nocivi. Proprio grazie a questo processo, l’allevatore potrà contare su un fieno che durerà anche diversi mesi, senza perdere la qualità.
Fieno fasciato, tutti i vantaggi
Il fieno fasciato presenta delle caratteristiche ben precise che lo rendono una delle opzioni più gettonate per tutti quegli allevatori che puntano sulla qualità dell’alimentazione per il loro bestiame. La fasciatura è dunque un processo che presenta dei vantaggi e che garantisce di ottenere un prodotto di elevata qualità da usare in tutti quei casi in cui non si è nella disponibilità di poter contare su foraggio fresco.
Come detto, i vantaggi del processo di fasciatura sono numerosi. Le balle fasciate possono intanto essere stoccate all’aperto senza bisogno di strutture specifiche e questo è, senza ombra di dubbio, un aspetto da considerare. La possibilità di non dover organizzare in azienda uno spazio ad hoc adibito alla fasciatura è sicuramente uno dei più grandi vantaggi per l’allevatore. Non sarà infatti costretto ad affrontare spese ingenti per la costruzione di appositi spazi.
Un altro vantaggio è che le balle fasciate possono essere trasportate da un’azienda all’altra in modo semplice. Tutto ciò senza perdere la qualità dei loro nutrienti, un aspetto questo fondamentale vista la centralità dell’alimentazione quando si parla di salute del bestiame. Le balle vengono poi somministrate a bovini, ovini o altri animali da allevamento al momento del bisogno.
Differenza tra fieno essiccato e fieno fasciato
A differenza del fieno essiccato, il fieno fasciato conserva un’umidità più alta ed è quindi più vantaggioso. Questo aspetto è importante perché consente di rendere il prodotto più appetibile per gli animali e lo rende allo stesso tempo anche più digeribile. Inoltre, grazie al fatto che viene esposto per meno tempo a fattori meteorologici, il fieno fasciato è in grado di mantenere anche un tenore proteico più elevato rispetto al fieno essiccato.
Fieno fasciato, gli svantaggi
Il processo che porta alla produzione del fieno fasciato presenta anche degli aspetti critici. A partire dai costi che è necessario sostenere per procurarsi una macchina per la fasciatura. Un investimento iniziale che viene ammortizzato col tempo, ma che, comunque, in una prima fase, deve essere sostenuto e va dunque correttamente valutato. Occorre poi fare particolare attenzione al processo di fasciatura. Un errore anche minimo può comportare una drastica riduzione della qualità del prodotto finale, con conseguenze comprensibilmente negative. La fasciatura deve essere eseguita con grande attenzione, utilizzando un numero adeguato di strati di film plastico, per ridurre al minimo il rischio di formazione di muffe e conseguente perdita di qualità.
Eventuali costi aggiuntivi sono da mettere in conto nel caso in cui si incappi in fori o strappi nel film che, se non tempestivamente riparati, possono causare problemi di conservazione, soprattutto in caso di danni più gravi. Per evitare rotture nella plastica bisogna poi prestare attenzione a dove vengono conservate le balle, poiché anche le stoppie del campo possono forare il polietilene. Tra i costi aggiuntivi sono da considerare anche quelli legati alla manutenzione della macchina da utilizzare per la fasciatura del fieno.