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Esempio razione bovini da latte

L’alimentazione riveste un ruolo di fondamentale importanza per i bovini da latte che potranno così vivere in salute garantendo allo stesso tempo all’uomo prodotti di assoluta genuinità. Per mangiare sano questi capi dovranno seguire un regime alimentare bilanciato e studiato nei minimi dettagli dagli allevatori. Sono molte le variabili che entrano in gioco quando si parla di razione di bovini da latte. Di seguito affronteremo proprio questo argomento, mettendo in evidenza tutti gli aspetti che è doveroso tenere in considerazione per garantire ai bovini da latte una giusta alimentazione e assicurare dunque l’immissione sul mercato di latte e derivati di assoluto valore.

Razionamento: significato

Fare una razione significa realizzare l’approssimazione migliore possibile nell’avvicinare i fabbisogni della bovina e gli apporti degli alimenti scelti. È questo un aspetto fondamentale in un allevamento: esso determina infatti anche la quantità di latte prodotto e la qualità. La soluzione dell’uguaglianza si rivela la migliore strada da percorrere grazie all’espressione degli apporti e dei fabbisogni tramite la medesima unità di misura: si fa riferimento quindi a un solo capo per determinare la media di una determinata mandria.

Ma i fabbisogni presentano importanti variazioni di qualità e di quantità che bisogna assolutamente conoscere per non incorrere in spiacevoli inconvenienti che si possono poi tradurre in disagi sanitari oppure cali produttivi: gli allevatori lo sanno ed ecco perché, al fine di evitare danni economici importanti, prestano particolare attenzione a questo aspetto.

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Esempio razione bovini da latte: quali considerazioni fare

Come anticipato, non è semplice fornire un esempio di razione per i bovini da latte perché sulla quantità di cibo da somministrare influiscono tantissime variabili. Un bovino può mangiare più o meno a seconda dell’età e dello stato (ad esempio in gravidanza la quantità destinata alle vacche da latte si modifica) e sulla quantità di cibo da assimilare influisce anche la regione di produzione. Cosa significa? Che a seconda di dove gli allevamenti trovano spazio si potrà vedere più o meno frequentemente l’inserimento, all’interno di una dieta bilanciata, di una fonte alimentare piuttosto che un’altra. Uno degli esempi che più di frequente si portano rispetto a questo tema è quello della barbabietola da zucchero. Ci sono alcune nazioni – ma anche alcune regioni del nostro Paese – che contano numerose coltivazioni di questa pianta che dunque viene proposta in dosi più massicce al posto del granturco nella dieta dei bovini. Il motivo è puramente economico: costa meno e dunque per gli allevatori questo tipo di scelta è sicuramente un risparmio, pur garantendo agli animali una dieta comunque bilanciata.

Un esempio tipo di razione per i bovini da latte deve contenere nelle giuste dosi erba, foraggio, cereali e panelli. Ricordiamo anche che l’utilizzo di farine animali è vietato per tutti gli erbivori e anche per i bovini da latte. La perfetta dieta del bovino comprende la massiccia presenza di risorse cerealicole e foraggere, circa l’85% del totale. Il granturco viene sempre impiegato in buone quantità tra le risorse foraggere e garantisce agli allevatori di avere scorte nel tempo; inoltre è in grado di incrementare il livello energetico delle razioni e si porta dietro quindi numerosi vantaggi anche se risulta povero di proteine che vanno dunque integrate in altro modo per poter dare in pasto al bovino una razione equilibrata e sana che sia in grado di garantirgli benessere. Il restante 15% della dieta dovrebbe comprendere fonti proteiche vegetali: panelli di soia o colza, minerali e vitamine. Fondamentale, come già sottolineato in precedenza, la garanzia di una corretta idratazione. È utile sottolineare che le razioni variano a seconda dei vari stadi della vita degli animali.

Diete ad alto foraggio: cosa sapere

Negli ultimi anni sempre più allevatori hanno optato per diete con alta presenza di foraggi puntando alla salute dei capi e a un contemporaneo contenimento dei costi. La questione della qualità dei foraggi è dunque diventata centrale per garantire benessere agli animali. Alcuni esperti hanno elaborato raccomandazioni per gli allevamenti in cui si utilizzano razioni molto ricche in foraggi: è intanto necessario cercare foraggi con qualità eccellente perché garantiscono una migliore produzione di latte e un altro importante accorgimento è quello di monitorare attentamente le scorte dei foraggi valutando in anticipo le necessità di approvvigionamento e usare i foraggi di alta qualità per i gruppi più produttivi. Analizzare i foraggi dà modo di soddisfare le esigenze nutrizionali di ogni capo e di abbassare il margine di errore; monitorare le razioni consente di apportare in corsa eventuali correzioni. Un’attenta gestione degli insilati garantisce inoltre stabilità aerobica e appetibilità. Infine, i due esperti consigliano anche di valutare l’ipotesi di valutare in modo concreto la necessità di distribuire più miscelate al giorno per razioni voluminose e meno dense. Seguendo questi consigli, dunque, ogni allevatore può essere certo di ottimizzare i risultati di una dieta ad alto foraggio.