La produzione di biogas agricolo garantisce numerosi vantaggi per l’agricoltore e l’allevatore ed è quindi una possibilità da considerare con serietà per individuare eventuali benefici, in termini soprattutto economici. Prima di investire in questa direzione, però, è fondamentale capire quali siano i costi da sostenere nel breve e nel lungo periodo e quale tipo di ritorno si possa ricevere. Soltanto così si potranno calcolare costi e benefici nel modo corretto.
In questo articolo allora approfondiremo l’argomento relativo al biogas agricolo, per mettere a fuoco le potenzialità di una eventuale sua produzione per allevamenti di piccola grandezza che potrebbero così usufruire dei numerosi vantaggi derivanti da questa fonte di energia alternativa.
Biogas agricolo per piccoli allevamenti: integrazione del reddito?
La produzione di energia elettrica e termica ottenuta da materie di scarto di origine vegetale e animale è a tutti gli effetti considerata a oggi un’attività agricola e in molti casi può rappresentare un’importante integrazione di reddito per l’agricoltore/allevatore. Questo perché mettendo in moto il processo di produzione del biogas, ognuno è in grado di incrementare la multifunzionalità della propria azienda agricola aumentando dunque la quantità di profitti e garantendosi la preziosa possibilità di investire nell’ammodernamento dei sistemi produttivi. Insomma la produzione di biogas è da considerare positiva per ogni azienda del settore perché oltre a poter garantire un incremento del reddito risolve anche un altro annoso problema, quello relativo alla questione dello smaltimento di alcuni rifiuti che vengono invece riciclati. I materiali impiegati per la produzione di biogas agricolo sono tantissimi: deiezioni animali, ma anche siero di latte, sansa di olive e scarti colturali o di macellazione: biomasse che andrebbero smaltite e che invece vengono sfruttate per alimentare un impianto di biogas in maniera ottimale, con evidenti vantaggi nell’immediato e nel lungo periodo.
Biogas agricolo per piccoli allevamenti: grandezza dell’impianto
Per le aziende agricole che vogliano cimentarsi in questa nuova esperienza di produzione del biogas, quanto deve essere grande l’impianto adibito a questa funzione? Gli impianti agricoli possono avere potenzialità differenti in base alle dimensioni dell’azienda agricola e in generale possono andare da 60 kW fino ad arrivare ai 1000 kW e oltre. Ogni agricoltore dunque deve prima informarsi, grazie ai professionisti del settore, per compiere il passo della lunghezza più giusta per quelle che sono le caratteristiche intrinseche della sua azienda. Possiamo dire che a oggi gli impianti di biogas agricoli di piccole dimensioni (da 60kW a 300kW) sono quelli più vantaggiosi e i più efficienti grazie agli incentivi statali stanziati che riducono di gran lunga la somma delle spese da affrontare per quello che può essere a tutti gli effetti considerato un investimento. Un’azienda di piccole-medie dimensioni, puntando su un impianto non troppo grande, avrà quindi la possibilità di valorizzare al meglio solo i sottoprodotti dell’azienda, smaltendoli tutti e evitando quindi di ricorrere a biomasse esterne senza sottrarre colture destinate al mangime animale. La realizzazione di un impianto su misura dovrebbe quindi essere l’obiettivo di ogni azienda agricola che decida di investire sulla produzione di biogas.
I vantaggi del biogas agricolo
La produzione di biogas agricolo per piccoli allevamenti può insomma garantire ottimi vantaggi. Riepiloghiamoli brevemente di seguito:
- utilizzo di residui agricoli come letame e liquami per produrre energia verde
- reddito supplementare
- diminuzione della spesa per l’acquisto di fertilizzanti chimici visto che ciò che viene prodotto può essere utilizzato come concime
- riduzione della produzione di gas a effetto serra. Le emissioni nette di anidride carbonica sono pari a zero
Costi di un impianto di biogas agricolo
Quando si decide di investire sulla realizzazione di un impianto atto alla produzione di biogas da scarti animali e vegetali è importante mettere a fuoco le spese che si dovranno sostenere e che riguardano non solo i soldi spesi per la realizzazione dell’impianto ma anche quelli relativi ai costi di gestione. I costi di gestione di un impianto a biogas possono essere suddivisi in:
- costi di alimentazione
- costi autoconsumi
- costi manutenzione motore
- costi manutenzione impianto
- costi ammortamento impianto
- costi assistenza biologica
- costi additivi
Tenuto conto di queste variabili, sarà dunque importante capire a quanto potrebbe ammontare la cifra di realizzazione e gestione di un impianto di biogas per sapere a quali spese andare incontro. Ovviamente, nella fase di progettazione, la consulenza di un esperto in materia si rivela utile se non necessaria per affrontare tutto con estrema consapevolezza.
Differenze tra biogas e biometano
Molto spesso, per errore, i due termini vengono usati indistintamente. Ma biogas e biometano sono due cose diverse e vale la pena sottolinearlo. Il biometano è un biogas che ha subìto un ulteriore processo di raffinazione; il biogas è una forma di gas grezzo che si produce tramite la fermentazione che avviene all’interno del digestore anaerobico. Riassumendo in modo molto semplicistico, potremmo affermare che il biometano non è altro che un derivato del biogas che viene sottoposto a un processo di purificazione e raffinazione.